sabato, novembre 5

L'oblio che circonda questa città graffia il bel cuore dei Napoletani.


Racconto questa mia esperienza personale con l'amaro di quanto rimane ancora nei miei ricordi.

Era un venerdì di una gelida serata di dicembre del 2001. Avevo appena salutato una mia collega di studi. Sono corsa in macchina appoggiando la borsa con tutti i miei appunti sul sedile. Avevamo trascorso tutto il pomeriggio a studiare per ripeterci le ultime cose per l'esame che avremmo avuto il lunedì successivo.

La mia auto era rimasta ferma dove l'avevo lasciata, il parcheggiatore, o'biondino, questa volta non me l'aveva spostata. Mi ero affezionata a lui, sapevo che aveva gravi problemi di droga, ed io alla minima occasione cercavo di dargli sempre qualcosa in più di quanto mi chiedesse. Ci avvicinavamo al Natale e già gli avevo preso il panettone che gli avrei dato solo il giorno di chiusura dell' Università prima delle vacanze natalizie.

Che freddo quella sera. Avevo con me 850 mila lire, dovevo andare a prendere dei regali che avevo già adocchiato. Tutto tenuto in borsa, con i libri , le chiavi di casa ed il cellulare.

Mentre andavo via avevo notato dietro di me un motorino con dei fari abbaglianti puntati giusto nel mio specchietto retrovisore. Cercavo di vedere le facce, ma ero accecata da quella luce.

Via Duomo…semaforo…giro a destra...Via Foria. Una strada larga costeggiata da una corsia esterna.

C'era molto traffico, ma era quasi Natale e l'ora era quella di punta. Mi rilassavo ascoltando musica e ripetendo tra me e me che ero prossima a togliermi da mezzo un altro esame, quello di fisiologia generale
 il più difficile, quello per cui molte persone hanno ritardato a laurearsi.

Ad un tratto un tonfo, il vetro dello sportello laterale mi è scoppiato in faccia, ed un' ombra sembrava gettarsi addosso strappandomi la borsa che avevo dimenticato appoggiata sul sedile, già dimenticato, perchè qui a Napoli devi nascondere tutto tra i sedili.

Non ho pensato molto, la macchina ferma nel traffico, mi sono lanciata dal vetro rotto per cercare di rincorrere chi in quel momento mi stava togliendo 3 mesi di corso e sacrifici per prendere appunti con il mio progetto di ricerca.

Il complice era fermo sul motorino che costeggiava la strada principale. Non c'era niente da fare, perso tutto. Dio, i soldi! I regali, il cellulare, le chiavi di casa.

Sono rientrata in auto dallo stesso finestrino rotto, quasi a credere che quello fosse l'unico modo per risalire in auto a dimenticarmi che lo sportello poteva aprirsi. Ero scioccata, nemmeno mi ero accorta che avevo le mani lacerate  ed insanguinate a causa dei frammenti di vetro. Il vigile a 10 metri da me, era girato dall'altra parte.

Una voce mi urlò: non preoccuparti, è successo anche a me!

Ho avuto 10 secondi per pensare, poi superato il semaforo mi sono gettata dietro ai vicoli di Napoli, solo a quel punto mi sono resa conto delle mie mani, il volante era sporco di sangue.

Mi sono fermata in un negozio, per chiedere di telefonare per poter avvisare casa di non uscire, perché mi avevano appena preso tutto. Il negoziante intanto cercava di medicare le mie mani che tremavano.

Non ci potevo pensare, il mio lavoro perso così in un attimo, e l'esame, quello a cui tenevo tanto, che sarebbe stato dell'esame?

Finalmente ferma davanti al tribunale, una camionetta della polizia. "Vi prego mi hanno preso tutto adesso, datemi una mano!" "Non possiamo fare niente, vai a fare la denuncia" Il poliziotto mi ha risposto così mentre continuava a parlare con il collega.

Ho imprecato accelerando e sgommando, poi mi sono fermata giusto 50 metri più avanti. C'erano dei ragazzi fermi a chiacchierare.

Mi rivolgo a loro " Voglio sapere quando rubano le borse dove le buttano dopo!"

Non era indirizzata a caso quella frase, ci avevo visto giusto, erano del "campo", erano lì ad aspettare il momento di azione anche loro.

"Dove ti è successo? Vieni con me" Mi rispose uno, gli altri intanto mi facevano dei complimenti e cercavano di tranquillizzarmi, cercavano di offrirmi da bere, di farmi riprendere dallo shock. Lasciai la macchina in quel vicolo, mi volli fidare, riuscii a fare anche delle battute, conservo il mio senso dell'humour anche nei momenti critici, salii dietro al motorino di uno dei ragazzi. Una folle!

" Che gente di merda, ad una bella ragazza come te, io non lo avrei mai fatto!"

Insieme percorrevamo tutti i vicoletti della zona. Conoscevo bene quella parte della città e ricordo che lui faceva giri e rigiri per farmi perdere l'orientamento, gli dissi che ero di Aversa, per non far sapere che ero di Napoli.

Non ricordo più il nome, ma mi disse che per campare rubava i rolex . Andava fino a Milano, si faceva un bel bottino e se ne tornava felice a casa.

Ho avuto modo di ascolatare la sua storia. " Ci vuole una buona tecnica lo sai, non è facile"

Ad un tratto mi portò dietro ad una zona dove ancora adesso non ci saprei più arrivare, e mi disse: "Se chiedono dici che sei mia cugina". In quella strada buia uscirono da non so dove decine di persone. "Sapete ora le borse dove le buttano?" "Fratè io mò sto rubando gli orologi"

In quel momento iniziai a realizzare quello che stavo facendo, ed iniziai ad avere paura. Poi la sua voce e quelle sue parole mi tranquillizzarono. "Ma tu dove lasci la macchina in genere, perché evidentemente lì ti hanno "fittiato".

Fittiato significa avermi osservato, studiato nei miei movimenti, prima di fare il bel colpo!
Quasi a sapere quanti soldi avevo in tasca.

Quando andammo dal biondino, al vedermi arrivare con questo ragazzo, cambiò espressione del volto, sbiancò e disse " Non sono stato io!"

Certo non sei stato tu! E' tutto chiaro


Ho salutato quei ragazzi scambiandoci gli auguri. "Non preoccuparti, troverai tutto!"

Oramai iniziava a piovere e di quegli appunti non sarà rimasto nient'altro che poltiglia.

Non riesco a scordare quei ragazzi. La tristezza nel sapere che vita conducono mi attanaglia il cuore. Eppure quante premure hanno avuto per me!

Dopo qualche mese, mi ha telefonato la polizia, avevano trovato tutti i documenti ed il portafoglio che mi avevano regalato.



In questura il commissario mi ha rimproverata dicendo: "Hai rischiato, non farlo mai più!"

Che pazza sarò stata, ma quante cose ho capito…

Il cuore napoletano è grande, ma è graffiato dall'oblio che circonda questa città.

Abituati a credere che niente possa cambiare.

Niente premia la gente perbene.

Non c'è perdono per chi ci ha ridotto in questo stato e continua a mantenerci così.

Non vi perdono!!




©paola dama

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