giovedì, marzo 8

Le donne..queste sconosciute

Giornata Internazionale della Donna


Chi sono le donne oggi?
Le fanciulle dalle labbra rosa e dal piede leggero...?

Donne e madri, 
nel dono della vita, nell'amore..
ci sono donne che proteggono la bontà?

Donne e mogli,
La chiave dell'amore apre due mondi incompresi

Donne e figlie,
nel dono della fiducia ad un padre che può essere anche traditore..

Donne e sorelle, 
nella solidarietà, nella lealtà...

Donne e amiche, donne e nemiche...
La donna si difende dagli abusi degli uomini e si ferisce con graffi di unghie di donne.
La donna disinibita, indelicata...dimentica la sua natura, la sua naturale femminilità.
Le donne che non rispettano le donne, abituano questi uomini a prendersi gioco di loro.  

Donne in carriera..
il cinismo è una virtù che naturalmente le appartiene?

Le donne modello oggi  sono espressione del fallimento della società...ci insegnano a vivere nel disfacimento della propria dignità personale per impersonificare un modo di essere che non ci appartiene...
non è un delitto questo?

Donne e amanti,
la donna educa uomini distratti.
Uomini bugiardi...  non lasciano possibilità di scelta..

Donne prevedibili a quegli uomini che credono di riuscire a catalogarle in quella "difficile", in quella "facile", in quella che finge... inganno e ambiguità maschile...solitudine di un'anima priva del suo scheletro.

Lo splendore della donna è nella sua fragilità...
l'orgoglio incattivisce quella luce quando ci si difende da chi è venuto a prendersi ciò che non meritava.
Gli uomini vomitano le loro ragioni, quando è il rispetto che si chiede.
Portano via l'ingenuità...
le rughe portano via la bellezza del cuore ancor prima di quelle del viso...

Difenda ognuno il proprio ruolo....uomini violentati...

"e non andiamo via,
ma nascondiamo del dolore
che scivola...
lo sentiremo poi"

Non dimentichino gli uomini i sogni delle donne...La pazienza delle donne....


"Siamo così
dolcemente complicate
sempre più emozionate delicate,
ma potrai trovarci ancora qui"


...le donne dal piede leggero...
al ritmo di una danza che volge al termine in una notte di luna piena.


La giornata internazionale della donna (comunemente definita festa della donna) ricorda ogni anno sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo. 

La violenza sulle donne è uno scandalo per i diritti umani. In molte società questo problema si scontra con la mancanza di interesse, il silenzio e l'apatia dei governi.

La campagna Mai più violenza sulle donne, lanciata nel maggio 2004, affronta le diverse violazioni dei diritti delle donne: dalla violenza domestica alla tratta, dagli stupri durante i conflitti alle mutilazioni genitali.

Sia in tempo di pace che in tempo di guerra, le donne subiscono atrocità semplicemente per il fatto di essere donne. A milioni vengono picchiate, aggredite, stuprate, mutilate, assassinate, in qualche modo private del diritto all'esistenza stessa.

AI chiede ai governi, alle organizzazioni e ai privati cittadini di impegnarsi pubblicamente per rendere i diritti umani una realtà per tutte le donne.


Secondo il diritto internazionale dei diritti umani, tutti i governi hanno la responsabilità di prevenire, indagare e punire gli atti di violenza sulle donne in qualsiasi luogo si verifichino: tra le mura domestiche, sul posto di lavoro, nella comunità o nella società, durante i conflitti armati.

E' fondamentale che i governi si impegnino per rendere più forti le donne, garantendo loro indipendenza economica e protezione dei diritti fondamentali. AI si rivolge a loro per chiedere che i trattati internazionali sui diritti umani vengano ratificati e attuati ovunque.

In questa battaglia per i diritti umani, sono essenziali anche la solidarietà degli uomini e il loro coinvolgimento nella campagna Mai più violenza sulle donne.

Amnesty International

1 commento:

  1. [...] C’è qualcosa da festeggiare per le donne italiane? La risposta la troviamo nelle statistiche ufficiali e nella cronaca nera. Nel lavoro sottopagate (il 17% in meno degli uomini) e sottoimpiegate quando non disoccupate (più dei maschi), o part time e non per scelta. Ma anche licenziate grazie alla abominevole pratica delle dimissioni in bianco, sommersa clausola di assunzione che ha lasciato per strada, solo nel 2010, 800mila donne incinte. La crisi, dice l’Istat nel suo Rapporto 2011 (dati 2010), «ha ampliato i divari tra l’Italia e l’Unione europea nella partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Il tasso di occupazione delle donne italiane, già per le donne inferiore alla media europea tra quelle senza figli, è ancora più contenuto per le madri».
    Oggetto di violenza dell’italico maschio, quello che le vede come gliele presenta la tv, la pubblicità o l’immancabile mamma, le donne sono terra di conquista e articolo sessuale di proprietà. Dall’inizio del 2012 a oggi ne sono state uccise 23. E il trend è in crescita: 127 nel 2010, 137 nel 2011. Mariti o ex, compagni o amanti gli autori della strage. Ma anche “corteggiatori” ai quali la sventurata di turno ha osato dire no. Molte non muoiono, perché la furia bestiale si ferma prima dell’irreparabile, e per puro caso non vengono conteggiate nelle statistiche mortuarie femminili. Si pensi, solo per parlare dell’ultimo mese, alla ragazza aquilana abbandonata in fin di vita dopo un brutale stupro (presunto o meno fa poca differenza) in cui è stata usata una spranga di ferro che forse suppliva ad altre mancanze, o alla genovese incinta sequestrata, violentata e selvaggiamente picchiata con il guinzaglio del cane per tre giorni dal suo ex. L’80% della violenza sulle donne avviene tra le mura domestiche per mano degli uomini della loro vita. Quelli che ne tengono in scacco la vita, le scelte, la libertà. E L’Italia è uno dei pochi paesi che ancora non hanno fissato un piano di attuazione della risoluzione Onu sulla violenza sulle donne in regime di pace, di guerra o di post conflitti.

    E se questo ancora non basta a quelle che si preparano per la “festa” e sono fiere di ricevere auguri e rametti di mimosa, potremmo ricordare loro cosa cos’è l’autodeterminazione e cosa significa, dopo le grandi battaglie degli anni Settanta, lasciarsela scippare da chi da una parte le usa come oggetti da vetrina e dall’altra cerca di impedire loro di esercitare in modo responsabile quella libertà sessuale di cui la vetrina fornisce un grottesco surrogato. Paradossale? Non in Italia, dove si usa un paio di generose tette anche per vendere un detersivo ma parallelamente la battaglia contro la legge 194 sull’aborto è diventata guerra di trincea mentre aumentano i paletti su aborto chimico e contraccezione di emergenza. Puoi – anzi devi – venderti ma non puoi gestire il tuo corpo perché non ti appartiene. [...]
    fonte minitrue.it

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