domenica, ottobre 23

Lezioni di Scienza...in discoteca


Per oltre due anni ho lavorato volontariamente al TIGEM, Istituto Telethon di Napoli, come tesista a conclusione del mio percorso di studio, che a differenza forse della maggior parte degli studenti, è stato tortuoso e lungo per motivi personali che non sto qui a spiegare. Pertanto ero già considerata una persona fuori gioco. Ancor prima di laurearmi, cercavo il mio impiego futuro, una nuova posizione, a corollario del mio costante impegno, della mia serietà e responsabilità, del mio entusiasmo che era anche più marcato di una persona di dieci anni più giovane di me. Ero arrivata a quella meta testarda, con sacrificio, ambiziosa e speranzosa che prima o poi anche io ce l’avrei fatta. Dimostrando a me stessa che la scelta che avevo preso era quella giusta. Così in quella determinazione arrivò la prima delusione: avrei dovuto aspettare, sei mesi forse, un anno, i tempi non erano proficui per un incarico. La verità invece era che il mio “capo” stava trasferendo una parte del suo gruppo negli Stati Uniti, ed io non avevo avuto la fortuna di capitare in quel progetto. A quel punto non mi rimaneva che chiedere a qualche altro ricercatore all’interno dello stesso Istituto. C’era molta diffidenza, che io in parte mi spiegavo, ma che non volevo capire. Così mi fu detto chiaramente che per quanto il mio curriculum da 110 e lode e tre anni nel gruppo di ricerca del prof. Ballabio era perfetto per quella posizione,la mia età non dava garanzie. I miei “34” anni costituivano un problema. Sì, perché in Italia la questione età è il primo scoglio da superare. Non si cercano professionisti, ma persone da formare ed io ero ormai fuori. A quel punto, perché scoraggiarsi? Così in attesa di qualcosa, aprii su fb il 14 maggio 2009 una pagina fan, fan di me stessa, di Paola Dama. Un azzardo, una sfida. 

L’intestazione era questa:

L’idea della fan page “PAOLA DAMA” nasce dalla volontà di dar voce ad un settore profondamente mortificato della nostra società, la ricerca. Paola Dama è una biologa che ha scelto di seguire questa difficile strada. Mettersi tanto in gioco rispecchia la sua indole combattiva, e quella volontà di non lasciar andare le cose al caso. Crede molto nelle campagne di sensibilizzazione, e facebook si presta molto bene per questo intento. E’ di fatto un social network molto diffuso ed è oramai radicato nella quotidianità di tutti noi.
Diventare fan di PAOLA DAMA significa sostenere e quindi dimostrare la volontà di destinare una parte degli investimenti nella ricerca per lo sviluppo culturale del paese e come fonte di nuove idee e nuovi avanzamenti nella conoscenza.
I numeri delle adesioni dimostrerebbero quindi quante persone sono a favore di questa politica di sviluppo. PAOLA DAMA vuole essere anche un punto di aggregazione per colleghi che si sentono sfiduciati, e privi di entusiasmo. Il suo nome si prefigge l’ambizioso obiettivo di far confluire idee e confronti per il miglioramento di un settore che in Italia è profondamente in crisi, a causa anche di un non adeguato supporto economico. 

Una pioggia di critiche piovvero su di me e sulla mia iniziativa da colleghi, dai ricercatori che mi hanno solo giudicata. Le loro motivazioni erano le seguenti: non avevo una esperienza tale per permettermi di manifestare un dissenso, una critica al sistema, una insofferenza verso un qualcosa che non mi apparteneva, di certo ero solo una persona laureata che aveva la presunzione di capire che forse le cose non andavano nelle giusta direzione.
Eppure nel giro di un mese e mezzo avevo già oltre 2000 fan che seguivano la mia pagina, a cui è poi seguita un’altra iniziativa, quella di andare a divulgare la scienza e la ricerca nelle discoteche. Ringrazio ancora oggi Giuseppe Argento e la sua sensibilità. Mi ha dato lui per primo l’opportunità di farmi conoscere in giro. Il mio messaggio era diretto ai ragazzi.

Credere nella ricerca significa avere in sé il desiderio di un benessere collettivo, dove lo spirito di una sana comunità scientifica, è nella intelligenza del confronto, nella generosità di scambiarsi notizie ed informazioni, nell’umiltà di mettersi in dubbio. Principi che dovrebbero essere normalmente presenti nella società, al fine di garantire un benessere diffuso e comune. Da condannare il concetto radicale della ricerca a tutti i costi.
Tra i ragazzi deve diffondersi la voglia di crescere, di migliorarsi prendendo in considerazione i giusti punti di riferimento, e non quelli normalmente imposti dalla forza dell’attività mediatica.
Aver avuto l’opportunità di scendere direttamente sul campo, raggiungendo luoghi normalmente frequentati da una gioventù disorientata, è stato un’ importante chiave di svolta della mia campagna. A riprova del fatto che smuovere le coscienze rompendo gli schemi può portare solo ad importanti conseguimenti.
Amare la scienza è un’apertura al mondo.

Da qualche discoteca nel Napoletano sono finita ospite di una serata a Pordenone per il Festival annuale Scienzearteambiente nell’ottobre del 2009 e relatore al Convegno Orientagiovani di Confindustria in presenza della Marcegaglia con Michele Mirabella alla Mostra d’Oltremare a Napoli, nell’ottobre dell’anno successivo.
Telethon nell’autunno 2009 mi ha richiamata a Roma. Ebbi un colloquio informale con il responsabile nazionale della comunicazione di Telethon, Marco Piazza. Sembrava contento del mio impegno, mostrando una certa apertura al progetto, ma niente di più di questo. Mi fu fatto un monito: se avevo voglia di organizzare serate a nome della Fondazione, dovevo dapprima sottoporre il progetto alla loro attenzione ed aspettarne l'autorizzazione. Intanto mi indicarono il loro modo di fare comunicazione. 
Eppure io non prendevo né soldi né altro. 
La mia forza d'animo non si è mai spenta  Ho continuato a crederci ed ho vinto poi il dottorato di ricerca a Ferrara, in farmacologia ed oncologia molecolare e da là ad oggi sono una dottoranda negli Stati Uniti in uno tra laboratori di ricerca più importanti al mondo.

Interventi:
  • ·                 20 febbraio 2009,  presso "Liberty Club" - Napoli (Soccavo)
  • ·                 24 aprile 2009,  presso “Living” – Varcaturo
  • ·                  giugno 2009 
  • ·                  luglio 2009
  • ·                  5 Luglio 2009,  A World of Peace 2009 - Villaricca
  • ·                 23 ottobre  2009,  Storie di Futuro, Pordenone al Festival Scienzearteambiente
  • ·                 26 ottobre 2010,  Relatore al Convegno Orientagiovani, Confindustria  - Napoli  
                    in presenza  di  Emma Marcecaglia con Michele Mirabella. 
  •           10 settembre 2011, Barcamp Giù al Nord  - Napoli con Paolo Esposito e Martina Castigliani

  
Intervista di Bruno De Stefano sul CITY, 24 marzo 2010


Come ti è venuta l’idea di fare lezioni in discoteca?
In un primo momento avevo creato su face book una mia fan page. I social network hanno un grosso potenziale che io ho utilizzato. In termini a me congeniali, è stato una sorta di esperimento fatto, per studiare le reazioni delle persone e dimostrare che, se informata, la gente non è insensibile a quei temi che sono normalmente trascurati dai media. In due mesi appena, avevo raggiunto i 2000 fan. Da ciò è scaturita l’idea di “scendere in campo”. Grazie all’appoggio della Fashion Event Night e dello stilista Fabrizio Crispino, ho potuto realizzare questo progetto.

Cosa spieghi ai ragazzi?
Ai ragazzi racconto, attraverso la mia esperienza, il lavoro e gli obiettivi di un ricercatore, per dirla meglio di un buon ricercatore. Questa figura professionale, anche più di altre, non può essere            lontana dai valori e dall’etica. Sono della convinzione che credere nella ricerca significa avere in sé il desiderio di un benessere collettivo, dove lo spirito di una sana comunità scientifica, è nella intelligenza del confronto, nella generosità di scambiarsi notizie ed informazioni, nell’umiltà di mettersi in dubbio. Principi che dovrebbero essere normalmente presenti nella società, al fine di garantire un benessere diffuso e comune.

Come reagiscono i ragazzi alle tue lezioni?
C’è molto stupore alla mia presenza, ma anche molta curiosità. Ho avuto davvero molti consensi.

Pensi che i giovani siano sensibili al tema della ricerca?
I giovani sono intellettualmente plasmabili per definizione ed è per questo che possono anche essere interessati ad un argomento di questo tipo. La comunicazione di oggi, però, è ben lontana da questo tipo di cose, bombardati da messaggi assolutamente poco costruttivi. 

I tuoi colleghi come hanno valutato l’idea di tenere delle elezioni in discoteca?
Molti sorrisi mi hanno accompagnato, ma io li ho presi come fonte di incoraggiamento. Potrei dire che alcune porte si sono chiuse proprio a causa di questa mia idea bizzarra. Sono una giovane ricercatrice, in termini professionali, e questo ha dato fastidio a chi è in questo campo già da tempo.

Hai avuto elogi o critiche per questa tua originale iniziativa?
Quando rompi gli schemi non puoi non essere vittima di critiche, ma quelle, con molto buon senso, servono per capire anche le cose più giuste da fare. Sono io stessa molto critica, credo sia il modo per migliorarsi. Del resto è bene non prendersi poi troppo sul serio.

Ci saranno altri luoghi insoliti dove andrai a tenere degli incontri?
Per il momento non è ancora in programma, aspetto altre occasioni.L’ultimo mio intervento è stato a Pordenone, al Festival Scienzearteambiente, invitata personalmente  dal  direttore scientifico, Chiara Sartori, che ha amato la mia idea.

Pensi che in Italia si faccia poco per la ricerca?
Che si faccia poco è una questione risaputa da anni e una dimostrazione lampante è il fenomeno della “ fuga dei cervelli”.
E’ pubblicamente noto che in Europa il nostro paese è tra quelli che investono meno nella ricerca. Talvolta, quel poco che si investe è anche condizionato da interessi particolari e non da esigenze reali.Gli interessi economici governano il mondo e non possiamo dire che la ricerca sia immune da questo fenomeno è proprio da qui che nascono le infinite contraddizioni della nostra società come note associazioni che si preoccupano di cercare fondi per la cura del cancro, ma non fanno altrettanto per studi sulla prevenzione primaria, che sarebbero molto poco remunerativi e improntati a tutt'altre strategie. Tra i numerosi impegni collaboro con il sito web www.laterradeifuochi.it, che in Campania è un bacino di informazione con mappe dettagliate sul fenomeno degli illeciti nello smaltimento per combustione dei rifiuti tossici e pericolosi. Ad esempio, in riferimento a uno studio del collega Alfredo Mazza (CNR di Pisa) pubblicato su The Lancet Oncology nell'Agosto 2004, intitolato “Il triangolo della morte”, mi chiedo come mai non vengono finanziati progetti di ricerca specifici riguardo a un problema noto da anni e che viene ancora oggi ampiamente sottovalutato?

Cosa bisognerebbe fare per puntare sulla ricerca: ci vogliono più soldi? O più professionalità?
La ricerca ha bisogno di stimoli ed entusiasmo, e questo è uno dei motivi per cui si punta sulle giovani menti.I centri di ricerca pubblici necessitano di molti più fondi, ma soprattutto di continuità, per poter procedere con gli studi. La professionalità a cui io aspiro risiede soprattutto nel rispetto dell’etica e dei valori morali, questo è il punto focale della mia discussione con i ragazzi. Nella ricerca non dovrebbe esistere alcun tipo di compromesso ed è intollerabile che si sfrutti l’informazione mediatica per millantare studi miracolosi illudendo la buona fede e le speranze delle persone.


1995, si iscrive all’Università di Napoli Federico II in Scienze Biologiche
2002, lavora volontaria al Dipartimento di Fisiologia all’Università Federico II
2007, tesista al TIGEM, con un progetto di terapia genica
2009, insignita del Premio “Donne all’opera”
2010, Dottorato di ricerca in farmacologia ed oncologia molecolare




    Falso d'autore

    Il 28 giugno 2009 scrivevo sul mio myspace. 

    Cari tutti,

    voglio raccontare qui la mia esperienza per mettere in guardia da chi approfitta delle false identità. Trovarsi Riccardo Scamarcio tra i contatti di myspace è davvero curioso, considerando che sul suo sito, www.riccardoscamarcio.net, c'è un avvertimento molto chiaro:

    SI RENDE NOTO CHE RICCARDO SCAMARCIO E' ESTRANEO ALLE PAGINE WEB CREATE SU MYSPACE, FACEBOOK E ALTRI SOCIAL NETWORK
    DIFFIDATE DI COLORO CHE SI SPACCIANO PER L'ATTORE, RISPONDONO E INVIANO MESSAGGI A SUO NOME.

    La persona che si spacciava per lui e che carinamente mi dava così tante attenzioni,
    aveva scritto sul sito fasullo:


    Avviso: questo sito è solo per gli ammiratori, è un esperimento che ho voluto fare. Questo è il myspace ufficiale, diffidate dagli altri.

     
    Una mossa furba, ma non troppo.
    Più volte ho manifestato il mio dubbio e ribadito al tipo, che avrei facilmente raggiunto il vero Riccardo, in quanto abbiamo diversi amici in comune, ma lui ha negato con grande sfacciataggine l'evidenza.  Tra l'altro un altro profilo su myspace di un fotografo, diceva lui, gli teneva spalla. Dei commenti lasciati tra i due validavano la sua  vera identità. Nelle primissime mail addirittura mi aveva suggerito questa persona per un servizio fotografico. Nell'insistenza dei miei dubbi,mi ha  lasciato un suo indirizzo msn per essere sicuro di poter chattare con tranquillità, dimostrarmi la sua identità, ma anche un modo per conoscersi meglio...affermava.
    In chat è stato a dir poco volgare, e per metterlo alla prova e vedere fin dove sarebbe arrivato mi sono dovuta subire le sue porcherie. Diceva di volermi incontrare a metà luglio a Napoli (mia città natale), ma prima mi chiedeva di convincerlo nella sua scelta. In parole più chiare pretendeva di scambiarci delle foto di me nuda o quant'altro per poter decidere sul nostro incontro amoroso.
    Un giochetto da vero imbecille.
    Ora la pericolosità di tutto questo, a parer mio, è stato quando mi ha detto di volermi incontrare sull'autostrada. ( Avrebbe così evitato la città e non si sarebbe fatto vedere in giro...essendo lui Scamarcio)Ho smesso di giocare io quando si è finalmente sgamato, dicendo di essere sul pc dell'azienda. " Ah sì? e quale?" " Cinecittà"

    Ho segnalato l'abuso ai tecnici di myspace ed ho avvisato Riccardo tramite un amico in comune. Mister X, che tanto carino mi aspettava in linea su msn ha ricevuto questo messaggio:

    Non gioco più, mi sono dovuta subire le tue porcherie, mi facevi davvero così stupida!?...Scamarcio è stato avvisato, un amico in comune, più facile di così!
    Si è subito disconnesso...
    sulla sua page adesso c'è questo avviso:

    Questo spazio vuole essere solo un fanclub dell'attore, come tributo della sua arte cinematografica.
    e con questo ho detto tutto.

    Diffidate gente, diffidate!

    In verità oggi aggiungerei di aver sbagliato a non segnalare il caso alla polizia, avrei potuto dargli un appuntamento ed attenderlo in compagnia...forse sarebbe stata la cosa giusta.

    sabato, ottobre 22

    Dignità Napoletana

    Scrivo perché mi sento mortificata.
    Non riesco ad accettare le immagini di una città violentata, non più! Scrivo perché sento il bisogno di far sentire la mia voce,
    la voce flebile di gente perbene che ancora esiste e resiste a tutto lo scempio! Sono sempre stata la prima ad indignarsi di fronte alla “strafottenza” della gente…
    Le continue mortificazioni subite da chi non ha amore per ciò che non sente suo…la città.
    Ogni volta che cammino per strada ed ammiro qualcosa di bello,
    lo faccio sempre con dedizione…perché quella potrebbe essere già l’ultima volta…hanno distrutto monumenti, palazzi antichi, affreschi…ad Aversa quanti scempi hanno fatto le amministrazioni!
    La Siena del sud, è stata sostituita da un dormitorio elegante…
    Cancellano la nostra storia, le nostre origini. Ed allora è facile non sentire di aver bisogno di manifestare il nostro rispetto verso ciò che ci dovrebbe appartenere e che invece non sentiamo nostro…
    Forse tutto quello che sta succedendo adesso potrebbe, in qualche modo, far nascere una educazione ambientale che, ahimè, non abbiamo mai avuto, perché forse, guardando a quella che è stata la nostra storia,
    le Istituzioni non hanno mai voluto imporci!
    Il sud meraviglioso…il sole, il mare ed i suoi profumi, sono stati deturpati da menti malate…
    Come si può pensare di costruire industrie in posti come ad esempio Bagnoli…
    Non possiamo mai tenerci veramente se poi veniamo derubati delle nostre bellezze!!!
    Ed ancora costruiscono, costruiscono, costruiscono…
    Tra i paesi del napoletano non c’è più soluzione di continuità…
    Le strade sono rotte, malandate…I rattoppi durano un attimo…
    Ai margini delle strade carcasse di animali morti…
    Oggetti abbandonati…
    La maggior parte dei miei amici non ce l’ha fatta…
    Non hanno retto a tutto questo…sono andati via…
    E quella piccola parte di gente perbene diventa sempre più esigua…
    Un giorno credo che andrò via anche io…
    Sarà il mio lavoro a portarmi lontano…
    Di Napoli porterò forse l’impotenza di non averla potuta salvare…
    È proprio l’amore che manca verso la nostra città…
    E questo scempio rappresenta la ribellione che essa
    ha mosso nei nostri confronti…
    Che cosa surreale! Ma è così che mi va di vederla!

    Paola Dama
    Aprile, 2008

    Napoli e la maledizione ambientale

    Ricordo ancora un giorno di tanti anni fa quando io e mio fratello, due perfetti scugnizzi napoletani, scuri e con i capelli ricci, ascoltammo per la prima volta la frase : “Napoli, mafia”…eravamo in quella che fu Yugoslavia. La mia non fu una risposta altrettanto carina “Zigani” dissi, mi sentii colpita fin dentro le ossa. Quella era per loro la peggior offesa!

    Ma da quella che è stata la prima volta, ne sono seguite tante altre, quanti sono stati i miei viaggi in giro per i paesi stranieri e per l’Italia. Mi è capitato un giorno in un autogrill un tipo che disse:

    “ Avete comprato Maradona con i soldi della camorra!”
    …ricordo mia madre che non riuscì a finire il suo caffè…
    Allora non capivo…i miei genitori ci hanno portato in provincia, chiusi a giocare in un centro residenziale, dove abitavamo, ci accompagnavano a scuola, in quella privata, anche se era nel cuore di Secondigliano…tante attenzioni e premure per difenderci da quello che noi napoletani sentiamo come peccato originale…
    Per quanto ci abbiano provato, non sono stata immune dal poter vivere quelle esperienze che nessun genitore augura per suo figlio. Il dramma della realtà Napoletana ti viene sbattuta in faccia e se sei fortunato solo più tardi, quando oramai hai la possibilità di capire e di chiederti perché, e non in quella fascia di età in cui credi che il mondo sia fatto così. A chi non è capitato di trovarsi in mezzo ad una sparatoria, di vedere un morto per strada, di perdere amici perché scambiati per camorristi, o di aver ricevuto almeno una rapina, o di essere inseguiti perché non hai voluto fermarti quando cercavano di prenderti l’auto…chi non ha visto la disperazione della gente per un pezzo di pane, o non abbia ascoltato le ragioni di chi vive nella illegalità, chi non ha dovuto sopportare un abuso e sentirsi addosso quella impotenza solo per il bene della famiglia e delle persone care, e essere inermi alla distruzione di un parco o anche di un albero, per costruirci un palazzo…ed il degrado ambientale, l’odore nauseabondo che senti quando rientri in città dopo un periodo di assenza. Io ho avuto ed ho la possibilità di viaggiare, di conoscere altre realtà, in particolare quella bosniaca e quella inglese, ed in piccola parte francese. Conosco la differenza, ma non tutti hanno questo privilegio…
    io posso scegliere, altri no! …
    Eppure anche se è chiara a tutti, ti prende l’orgoglio e cerchi di difenderti in tutti i modi volendo dimostrare al mondo intero che forse si stanno sbagliando…Napoli è così bella..piena di artisti e di gente che vale... quel calore umano che ha ce lo invidiano in tutto il mondo, ed è ciò che più ti manca quando vai via...ti sale dentro quella “cazzimma” nel voler provare che in fin dei conti siamo tutti vittime del sistema!! …un sistema che sta provando ad ammazzare anche quel lato buono che è in noi...noi che combattiamo contro i mulini a vento!

    Lascio leggere questo commento ad un post del mio blog su myspace


    "Io sono veneto,abito a Treviso , ho vissuto a Napoli per 10 anni ,a cavallo tra la fine del 60 ed il 70, i problemi allora forse erano minori di adesso, ma alcune cose le ho vissute personalmente e vedo che le conseguenze attuali sono figlie di queste .
    Innanzitutto, credo, dell'estrema individualità dell'atteggiamento personale di chi è nato e vissuto lì... ognuno pensa a se stesso ed al proprio "particulare" , al proprio orticello ,che finisce a pochi centimetri dal suo spazio vitale, ogni cosa è valutata in funzione esclusivamente del proprio "immediato" tornaconto personale, il prossimo è visto, come qualcuno che potenzialmente può "fregarti" quindi bisogna premunirsi per primi... non si sa mai, tutto questo fa si che il senso civico, e i rapporti civili di convivenza siano inficiati alla base da questo , vogliamo chiamarlo... "condizionamento ambientale".
    In veneto ho conosciuto tanti altri napoletani (parlo anche il dialetto molto bene), ma vi assicuro che il loro comportamento è molto diverso da quello che avrebbero nel loro territorio . Al nord , è come se acquisissero quei principi morali che per ragioni di "sopravvivenza " non possono praticare a casa... I napoletani, sono simpatici, aperti, arguti, intuitivi, ironici, geniali, sotto molti punti vista .... ma si portano dietro questa "maledizione ambientale" che non si riesce a modificare , generazione, dopo generazione . Spero di non aver offeso nessuno, ma è quello che penso ,avendo trascorso l'adolescenza e la giovinezza a Napoli , rione Fuorigrotta, Viale Kennedy... B.R."

    Paola Dama
    Napoletana DOC

    martedì, ottobre 18

    Decalogo Campano Contro il Cancro



    su doctorlive settembre,
    2009
    Nel 1987 tutti i Paesi della Comunità Europea lanciarono per la prima volta come grande campagna di informazione sui tumori "Il decalogo europeo contro il cancro",  a cui fanno riferimento i principali istituti di ricerca e cura. La serie di norme sono elencate basandosi sulla prevenzione primaria e su quella secondaria, in quanto la prima, permette di contrastare le cause dell’insorgenza della malattia, mentre la seconda si propone di identificare eventuali forme di cancro sin dalle fasi iniziali, quelle in cui sono maggiori le possibilità di cura e guarigione.



    Pertanto tutta la popolazione sana venga chiamata ad effettuare esami specifici che costituiscono i cosiddetti screening di massa e venga altresì invitata ad adottare uno stile di vita più salutare per prevenire alcune neoplasie e migliorare lo stato di salute.

    Il progetto ha dunque ottenuto con poche eccezioni, nella maggioranza delle nazioni europee, una riduzione dei tassi di mortalità, che si stima possa continuare anche per i prossimi anni.

    E in Campania, cosa succede?

    Uno studio del 2004, “Triangle of death” linked to waste crisis, pubblicato su Lancet Oncology, considerata per importanza tra le prime cinque riviste medico-scientifiche al mondo, dichiarava l'agghiacciante correlazione tra l’inquinamento ambientale del sud Italia e l’aumento dell’incidenza dei casi di cancro. L’autore, ricercatore di Fisiologia Clinica del Cnr, Alfredo Mazza, denunciava la gravità dell’emergenza rifiuti che ha esposto migliaia di persone a sostanze tossiche per decenni. Per triangolo della morte  intendeva la vasta area della provincia di Napoli compresa tra i comuni di Acerra, Nola e Marigliano. Un ulteriore studio del 2007 dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, Istituto Superiore di Sanità, Consiglio Nazionale delle Ricerche e Regione Campania ha monitorato in 196 comuni campani la mortalità per tumori e le malformazioni congenite nel periodo dal 1994 al 2002. Lo studio ha evidenziato che, oltre ad un eccesso significativo della mortalità per tutte le cause, nei comuni della provincia di Caserta e in quella di Napoli, sono stati inoltre riscontrati eccessi di malformazioni congenite. Anche in questo caso la relazione evidenzia che le zone a maggior rischio identificate  sono interessate dalla presenza di discariche  e siti di abbandono incontrollato dei rifiuti. Nelle discariche legali, e soprattutto in quelle illegali utilizzate dall'ecomafia, sono state sotterrate per circa un ventennio sostanze tossiche. Dai sali di ammonio ai sali di alluminio, al piombo, e addirittura sepolte in questa zona ci sarebbero anche sostanze radioattive provenienti da rifiuti speciali ospedalieri. Emerge quindi che gli effetti sulla popolazione della tossicità di questo scempio ambientale, sono di due tipi: malformazioni fetali, fino al mancato sviluppo di un organo e sviluppo di tumori, sia negli adulti che nei bambini. Gli organi maggiormente colpiti sono: vescica, fegato, stomaco, mentre tra i 20 e i 40 anni il rischio leucemie e linfomi è più elevato.
    A questo tipo di attività illecite, si aggiungono i roghi di rifiuti appiccati quotidianamente e sistematicamente. La crisi dei rifiuti in Campania del 2007-2008 è già stata teatro di numerosi incendi bruciati per smaltire i cumuli di immondizia, ma quelli che avvengono ancora indisturbati da oltre vent’anni in oltre 40 Comuni delle province di Caserta e quelle di Napoli, sono incendi dolosi di copertoni e di materiali industriali e non, quali elettrodomestici, eternit,etc. che sprigionano sostanze altamente tossiche. In queste zone oramai tutto è contaminato: le emissioni precipitano, l’inquinamento dell'aria si traduce inevitabilmente in un inquinamento del suolo, della terra e delle acque e gli agenti inquinanti sono ben al di sopra dei livelli consentiti.


    In conclusione, in Campania, tra le cause dell’eccesso di mortalità per cancro,  in contro tendenza alla media europea, potrebbero essere annoverate anche quelle dovute all’ inquinamento ambientale. Un atteggiamento sano del proprio stile di vita, così come suggerito da Il Decalogo Europeo, deve essere accompagnato da interventi risolutivi per la cessione dei roghi di rifiuti, oltre ad una adeguata sensibilizzazione in stili di vita corretti per la cittadinanza.  

    Lascio qui la testimonianza di quanto ho vissuto personalmente.
    Il Primo ottobre del 2008 scrivevo così.

    'Credi sempre che la cosa possa toccare agli altri, ed invece poi scopri di non esserne immune'. 

    Quante volte ho ascoltato questa frase, troppe...il cancro non ha preferenze, non ha pietà.

    Negli ultimi mesi è un tema ricorrente della mia quotidianità.
    A giugno, dopo indicibili sofferenze, per cancro ai polmoni ho perso una persona cara.
    Oggi mia madre si sdoppia nel suo carcinoma al seno, vittima e carnefice di lei stessa, di un corpo che sembra abbia deciso di  lasciar liberare un'anima che non vuol più mantenere intrappolata.

    Mi sento piena, piena di vita, piena di amore.
    Ho imparato a convivere con il dolore: a volte ti trafigge dolcemente.
    Ci abituano da piccoli a credere che le cose siano per sempre, ed irrompe la scoperta amara che invece non è così. 

    Ho imparato ad osservare la vita.
    Spesso divento semplice spettatrice di situazioni, di risate, di litigi, senza volerne far parte. 
    Fotografie. L'attimo è eterno, immortalato. Si fissa nella memoria.

    Oggi guardo mia madre, la osservo in ogni minimo movimento.
    Il suo sguardo sereno trasmette quella rassegnazione che ci fa capire quanto sia precaria la vita.
    Eppure vi siamo tanto legati , incatenati alla vita nostra ed a quella degli altri. 

    In lei ho trovato un eroe...
    Mi diceva l'altra sera:
    '...sento come se un ladro mi fosse entrato in casa.
    In un attimo non mi sono sentita più immortale. Pensi alla morte, ma credi quasi che sia una beffa del destino, che la cosa non ti appartenga.
    Sono pronta ad accettare tutto quello che mi viene dato, nella speranza che gli ultimi a soffrire siate proprio voi. Non voglio alcun tipo di accanimento, me ne voglio andare silenziosamente...'

    I medici sono ottimisti, perchè il carcinoma è stato preso in tempo.
    Stiamo aspettando l'esito della seconda operazione.

    Mia madre e l'eroe che c'è in lei.