Racconto questa mia esperienza personale con l'amaro di quanto rimane ancora
nei miei ricordi.
Era un venerdì di una gelida serata di dicembre del
2001. Avevo appena salutato una mia collega di studi. Sono corsa in macchina
appoggiando la borsa con tutti i miei appunti sul sedile. Avevamo trascorso
tutto il pomeriggio a studiare per ripeterci le ultime cose per l'esame che
avremmo avuto il lunedì successivo.
La mia auto era rimasta ferma dove l'avevo
lasciata, il parcheggiatore, o'biondino, questa volta non me l'aveva spostata.
Mi ero affezionata a lui, sapevo che aveva gravi problemi di droga, ed io alla
minima occasione cercavo di dargli sempre qualcosa in più di quanto mi
chiedesse. Ci avvicinavamo al Natale e già gli avevo preso il panettone che gli
avrei dato solo il giorno di chiusura dell' Università prima delle vacanze
natalizie.
Che freddo quella sera. Avevo con me 850 mila lire, dovevo
andare a prendere dei regali che avevo già adocchiato. Tutto tenuto in borsa,
con i libri , le chiavi di casa ed il cellulare.
Mentre andavo via avevo
notato dietro di me un motorino con dei fari abbaglianti puntati giusto nel mio
specchietto retrovisore. Cercavo di vedere le facce, ma ero accecata da quella
luce.
Via Duomo…semaforo…giro a destra...Via Foria. Una strada larga
costeggiata da una corsia esterna.
C'era molto traffico, ma era quasi
Natale e l'ora era quella di punta. Mi rilassavo ascoltando musica e ripetendo
tra me e me che ero prossima a togliermi da mezzo un altro esame, quello di
fisiologia generale
il più difficile, quello per cui molte persone hanno ritardato a
laurearsi.
Ad un tratto un tonfo, il vetro dello sportello laterale mi è
scoppiato in faccia, ed un' ombra sembrava gettarsi addosso strappandomi la
borsa che avevo dimenticato appoggiata sul sedile, già dimenticato, perchè qui a
Napoli devi nascondere tutto tra i sedili.
Non ho pensato molto, la
macchina ferma nel traffico, mi sono lanciata dal vetro rotto per cercare di
rincorrere chi in quel momento mi stava togliendo 3 mesi di corso e sacrifici
per prendere appunti con il mio progetto di ricerca.
Il complice era
fermo sul motorino che costeggiava la strada principale. Non c'era niente da
fare, perso tutto. Dio, i soldi! I regali, il cellulare, le chiavi di
casa.
Sono rientrata in auto dallo stesso finestrino rotto, quasi a
credere che quello fosse l'unico modo per risalire in auto a dimenticarmi che lo
sportello poteva aprirsi. Ero scioccata, nemmeno mi ero accorta che avevo le
mani lacerate ed insanguinate a causa dei frammenti di vetro. Il vigile
a 10 metri da me, era girato dall'altra parte.
Una voce mi urlò: non
preoccuparti, è successo anche a me!
Ho avuto 10 secondi per pensare,
poi superato il semaforo mi sono gettata dietro ai vicoli di Napoli, solo a quel
punto mi sono resa conto delle mie mani, il volante era sporco di
sangue.
Mi sono fermata in un negozio, per chiedere di telefonare per
poter avvisare casa di non uscire, perché mi avevano appena preso tutto. Il
negoziante intanto cercava di medicare le mie mani che tremavano.
Non ci
potevo pensare, il mio lavoro perso così in un attimo, e l'esame, quello a cui
tenevo tanto, che sarebbe stato dell'esame?
Finalmente ferma davanti al
tribunale, una camionetta della polizia. "Vi prego mi hanno preso tutto
adesso, datemi una mano!" "Non possiamo fare niente, vai a fare la denuncia"
Il poliziotto mi ha risposto così mentre continuava a parlare con il
collega.
Ho imprecato accelerando e sgommando, poi mi sono fermata giusto
50 metri più avanti. C'erano dei ragazzi fermi a chiacchierare.
Mi
rivolgo a loro " Voglio sapere quando rubano le borse dove le buttano
dopo!"
Non era indirizzata a caso quella frase, ci avevo visto
giusto, erano del "campo", erano lì ad aspettare il momento di azione anche
loro.
"Dove ti è successo? Vieni con me" Mi rispose uno, gli altri
intanto mi facevano dei complimenti e cercavano di tranquillizzarmi, cercavano
di offrirmi da bere, di farmi riprendere dallo shock. Lasciai la macchina in
quel vicolo, mi volli fidare, riuscii a fare anche delle battute, conservo il
mio senso dell'humour anche nei momenti critici, salii dietro al motorino di uno
dei ragazzi. Una folle!
" Che gente di merda, ad una bella ragazza
come te, io non lo avrei mai fatto!"
Insieme percorrevamo tutti i
vicoletti della zona. Conoscevo bene quella parte della città e ricordo che lui
faceva giri e rigiri per farmi perdere l'orientamento, gli dissi che ero di
Aversa, per non far sapere che ero di Napoli.
Non ricordo più il nome,
ma mi disse che per campare rubava i rolex . Andava fino a Milano, si faceva un
bel bottino e se ne tornava felice a casa.
Ho avuto modo di ascolatare la
sua storia. " Ci vuole una buona tecnica lo sai, non è facile"
Ad
un tratto mi portò dietro ad una zona dove ancora adesso non ci saprei più
arrivare, e mi disse: "Se chiedono dici che sei mia cugina". In quella
strada buia uscirono da non so dove decine di persone. "Sapete ora le borse
dove le buttano?" "Fratè io mò sto rubando gli orologi"
In quel
momento iniziai a realizzare quello che stavo facendo, ed iniziai ad avere
paura. Poi la sua voce e quelle sue parole mi tranquillizzarono. "Ma tu dove
lasci la macchina in genere, perché evidentemente lì ti hanno "fittiato".
Fittiato significa avermi osservato, studiato nei miei movimenti,
prima di fare il bel colpo!
Quasi a sapere quanti soldi avevo in
tasca.
Quando andammo dal biondino, al vedermi arrivare con questo
ragazzo, cambiò espressione del volto, sbiancò e disse " Non sono stato
io!"
Certo non sei stato tu! E' tutto chiaro
Ho salutato
quei ragazzi scambiandoci gli auguri. "Non preoccuparti, troverai
tutto!"
Oramai iniziava a piovere e di quegli appunti non sarà rimasto
nient'altro che poltiglia.
Non riesco a scordare quei ragazzi. La
tristezza nel sapere che vita conducono mi attanaglia il cuore. Eppure quante
premure hanno avuto per me!
Dopo qualche mese, mi ha telefonato la
polizia, avevano trovato tutti i documenti ed il portafoglio che mi avevano
regalato.
In questura il commissario mi ha rimproverata dicendo: "Hai
rischiato, non farlo mai più!"
Che pazza sarò stata, ma quante cose ho
capito…
Il cuore napoletano è grande, ma è graffiato dall'oblio che
circonda questa città.
Abituati a credere che niente possa cambiare.
Niente premia la gente perbene.
Non c'è perdono per chi ci
ha ridotto in questo stato e continua a mantenerci così.
Non vi
perdono!!
©paola dama