domenica, luglio 14

Su Youtube e Roadtv Italia il video dell'evento "Scienza&Napoli"

Evento Scienza&Napoli, 10 luglio 2013
Su Roadtv Italia e Youtube


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Scienza & Napoli, evento


Dalla pagina Facebook “Guida alla divulgazione scientifica” e dalla rubrica settimanale di Roadtv Italia “E’ vero?…filo diretto con la ricerca” di Paola Dama, parte il primo evento in difesa della corretta informazione scientifica.
Dettato dall’esigenza e dal dovere morale di guidare le persone verso l’informazione scientifica che non dia false speranze e alla luce di un sentimento generale, in cui ricercatori onesti vengono demotivati da un atteggiamento di sfiducia delle persone, l’evento “Scienza&Napoli” è stato accolto con grande entusiasmo da alcuni membri della comunità scientifica.
L’evento si terrà in collaborazione e nella sede di HUBspa, in Palazzo Palumbo, a Giugliano in Campania (Na) mercoledì, 10 luglio 2013 alle ore 17.00. La conferenza avrà una tavola rotonda di relatori, tra cui ricercatori dell’Università di Napoli, docenti e medici. L’invito rivolto alla comunità scientifica e medica napoletana vede la presenza di esperti in sala che daranno vita al dibattito.
La conferenza sarà presentata da Gianni Puca, scrittore e Giuseppe Longo, professore dell’ Università di Napoli Federico II.
In collegamento skype Vieri Fusi, ricercatore all’Università di Urbino e Paola Dama, ricercatrice al Comprehensive Cancer Center dell’Ohio State University.
L’evento vuole essere un dibattito aperto a tutti in cui si cercherà di superare le barriere tra la scienza e la cultura comune. Un evento per tutti, per chi è curioso, per chi è diffidente, per chi ha voglia di imparare, per chi ha voglia di portare la testimonianza del proprio lavoro nel campo scientifico.
Agli interventi dei relatori seguiranno dibattiti. Un evento il cui protagonista è il pubblico a cui si darà uno spazio interattivo.
In collaborazione con ‎Derev e Road tv Italia l’evento potrà essere seguito in streaming sul nostro sito e su Derev

Il Nesso di Causalità ed i Ministri su Roadtv Italia

Il Nesso di Causalità ed i Ministri

“E’ Vero…?” Filo diretto con la ricerca

Rubrica settimanale di Paola Dama

E’ notizia del 2 luglio quanto riportato dall’ANSA [1], in cui si dichiara che  il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha dato incarico all’Istituto Superiore di Sanita’ di effettuare un’ulteriore valutazione epidemiologica nelle zone della Regione Campania interessate da smaltimento abusivo di rifiuti, per verificare con metodologie scientifiche l’eventuale associazione con patologie acute o croniche.
Quello che a gran voce reclamiamo tutti sul fenomeno dello smaltimento illegale di rifiuti in Campania è il riconoscerne gli effetti sulla salute della popolazione.  Le già note dichiarazioni del ministro della salute Renato Balduzzi pronunciate ad Aversa fecero infuriare la comunità scientifica, gli attivisti e i tanti cittadini attenti a questa problematica. Si parla di nesso di causalità negato, pare che in Campania pur assistendo ad un incremento dell’incidenza tumorale in controtendenza alla media europea, le cause siano dovute principalmente allo stile di vita dei campani. Le parole del ministro rilasciate in una intervista furono chiare:
 «Ad Aversa ho detto che i risultati di cui dispongo, elaborati dal gruppo di studio che ha fatto un approfondimento sul nesso tra presenza dei siti di smaltimento rifiuti e alcune patologie, dicono che a oggi non risulta accertato un nesso di causalità, ma è anche emerso che potenzialmente non possono essere escluse delle conseguenze negative per la salute».
Oggi ci siamo trovati di fronte alle dichiarazioni della Lorenzin, in cui alle stesse domande e richieste dei vari comitati campani risponde:
“C’è un comitato al ministero per lo studio delle aree con maggiore criticità, ma bisogna non lasciarsi suggestionare e attenersi all’evidenza scientifica che viene da questi studi. Ci sono altre questioni sanitarie in queste zone che dipendono anche dagli stili di vita dei campani”.
In quale modo possiamo controbattere quanto asserito da Balduzzi, che non nega che i rifiuti possano avere una potenziale conseguenza sulla salute dei campani. E quelle della Lorenzin a cui fa riferimento ad evidenze scientifiche? Dovremmo tutti noi a cui venga diagnosticato un tumore, in base alle loro affermazioni,  dimostrare di non aver fumato, aver fatto attività fisica, mangiato sano ? Che significa che il nesso di causalità non è accertato?
Cercherò di spiegare brevemente.
In patologia si definisce tumore o neoplasia la crescita incontrollata e scoordinata, a scapito dell’omeostasi tissutale, di un gruppo di cellule, determinato da alterazioni del loro proprio patrimonio genetico
Le alterazioni geniche, dette mutazioni, sommandosi l’una all’altra, fanno saltare i meccanismi di controllo. Non basta, infatti, che sia difettoso un solo meccanismo, ma occorre che gli errori si accumulino su diversi fronti perché il tumore possa cominciare a svilupparsi. Alcuni di queste mutazioni sono ereditarie, mentre altre sono provocate da fattori esterni indotti dai nostri comportamenti o dall’ambiente in cui viviamo.
È vero che il cancro ha molte cause, che in ogni persona concorrono tra loro, insieme ad altrettanti fattori protettivi, a determinare il rischio individuale di ammalarsi. È vero anche, tuttavia, che la maggior parte di questi fattori sono modificabili: quasi un terzo delle morti per cancro si potrebbero evitare solo abolendo l’uso di tutti i prodotti a base di tabacco, e con una dieta sana, accompagnata da una regolare attività fisica, molte altre vite potrebbero essere salvate. [4] Le neoplasie infatti sono principalmente una malattia ambientale, con il 90-95% dei casi attribuibili a fattori ambientali e per il 5-10% alla genetica. [7] Per fattori ambientali, si intendono qualsiasi fattore eziologico che non venga ereditato geneticamente, non solo l’inquinamento. [8] Alcuni comuni fattori ambientali che contribuiscono alla mortalità da cancro includono il fumo (25-30%), l’alimentazione e l’obesità (30-35%), e le infezioni (15-20%), le radiazioni (sia ionizzanti che non, fino al 10 %), lo stress, la mancanza di attività fisica e gli inquinanti ambientali. [5]
È quasi impossibile dimostrare ciò che ha causato un tumore in un singolo individuo, in quanto la maggior parte presentano più cause possibili. Per esempio, se una persona accanita fumatrice che sviluppa un tumore ai polmoni, si può dire che sia stato molto probabilmente questo comportamento la sua causa, ma non con assoluta certezza, poiché ogni individuo ha una piccola probabilità di sviluppare quel tumore a causa di altri fattori.
Cos’è quindi il NESSO DI CAUsALITA’ di cui tutti ne gridano l’utilità?
Il nesso di causalità è ciò che mette in relazione le cause con gli effetti che esse producono. La gran parte dell’ epidemiologia consiste nello studio dei nessi di causalità. Il primo punto da sottolineare è:
le “prove” epidemiologiche non sono sufficienti a stabilire un nesso di causalità, ma costituiscono solo elementi circostanziali [ Last JM, A Dictionary of Epidemiology, 3rd Ed, Oxford Univ Press,  1995 (Causality) ]
Possiamo definire la causa di uno specifico evento di malattia come un evento, condizione o caratteristica che ha preceduto l‟evento di malattia, e senza il quale la malattia non si sarebbe per nulla verificata o si sarebbe verificata in un tempo successivo.
In effetti, nessun evento, condizione o caratteristica specifiche sono sufficienti di per sé a produrre l’effetto.
Questa definizione non si riferisce al complesso del meccanismo causale, ma soltanto ad un suo componente [2] Rothman K, Greenland S, Causation and Causal Inference, In: Rothman K, Greenland S “Modern Epidemiology”, Lippincott-Raven, 1998
Ed in conclusione.
Esiste un problema di validità scientifica delle perizie?
«Nel caso di malattia ad eziologia multifattoriale, il  nesso di causalità non può essere oggetto di semplici presunzioni tratte da ipotesi teoricamente possibili, ma necessita di una concreta e specifica dimostrazione;
«I dati epidemiologici arrivano a conclusioni  probabilistiche ma è importante che si tratti di  probabilità qualificata” In molti casi i risultati delle perizie, da soli,  sono inadeguati per raggiungere un verdetto  definitivo ; indagini avviate ex novo, relative ad associazioni causa-effetto rispetto alle quali i dati disponibili in letteratura sono insufficienti spesso hanno scarsa probabilità di arrivare a risultati conclusivi [3]
 Ora se continuiamo su questa strada, a cercare e a voler dimostrare il nesso di causalità, ancor prima di dover intervenire per quello che viene definito PRINCIPIO DI PRECAUZIONE e per il DISAGIO ,  in cui la popolazione campana è costretta a vivere, non ci sarà mai alcun intervento risolutivo.
E la domanda forse più banale é: se il fumo di sigaretta fa male, dovrebbe far male anche un copertone bruciato, o no?

Paola Dama Ph D
Comprehensive Cancer Center OSU
Mappa interattiva censimento dei roghi tossici e di incenerimento-scarico dei rifiuti speciali

Sul sito www.laterradeifuochi.it è stata disegnata una mappa digitale con sistema satellitare GPS. È una carta geografica contenente le prove e i luoghi dei reati, dove vengono materialmente appiccati gli incendi. Sono state censite circa 800 aree inquinate, da verificare e bonificare, non presenti negli ultimi rapporti ufficiali.
  1. http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/rifiuti/2013/07/02/Rifiuti-Campania-Lorenzin-via-nuova-indagine-epidemiologica_8965285.html
  2. http://www.docente.unicas.it/useruploads/000811/files/causeeffetto&misurerischio0809.pdf
  3. http://www.epidemiologia.it/sites/www.epidemiologia.it/files/XXXVI_congresso_AIE/presentazioni/31ottobre/Satellite_EPIDEMIOLOGIA-IN-TRIBUNALE/8_MICHELOZZI_Valutazione-del-nesso-causale.pdf
  4. http://www.airc.it/cancro/cos-e/cause-tumore/
  5. http://it.wikipedia.org/wiki/Neoplasia
  6. ^ Schütze M, Boeing H, Pischon T, Rehm J, Kehoe T, Gmel G, Olsen A, Tjønneland AM, Dahm CC, Overvad K, Clavel-Chapelon F, Boutron-Ruault MC, Trichopoulou A, Benetou V, Zylis D, Kaaks R, Rohrmann S, Palli D, Berrino F, Tumino R, Vineis P, Rodríguez L, Agudo A, Sánchez MJ, Dorronsoro M, Chirlaque MD, Barricarte A, Peeters PH, van Gils CH, Khaw KT, Wareham N, Allen NE, Key TJ, Boffetta P, Slimani N, Jenab M, Romaguera D, Wark PA, Riboli E, Bergmann MM (2011). Alcohol attributable burden of incidence of cancer in eight European countries based on results from prospective cohort study. BMJ 342: d1584. DOI:10.1136/bmj.d1584.PMID 21474525.
  7. ^ Kuper H, Boffetta P, Adami HO (settembre 2002). Tobacco use and cancer causation: association by tumour type. J. Intern. Med. 252 (3): 206–24. DOI:10.1046/j.1365-2796.2002.01022.x. PMID 12270001.
Al link di seguito i numeri precedenti della rubrica:

La causa principale del cancro e la sua falsa storia su fb su Roadtv Italia

La causa principale del cancro e la sua falsa storia su fb

“E’ Vero…?” Filo diretto con la ricerca

Rubrica settimanale di Paola Dama

Dalla pagina facebook Guida alla divulgazione scientifica, riportiamo un’altra foto-notizia che da mesi circola su facebook.
Il sito di partenza della notizia pare sia questo al seguente link: http://ehretismo.com/2012/08/la-causa-primaria-del-cancro/
causa primaria_stop
Una delle notizie che sono state segnalate su “Guida alla divulgazione scientifica”.
Questa foto ( senza il logo della pagina ) è stata divulgata in rete e così come si presenta, inganna i propri lettori. La forma usata per divulgare la notizia è inesatta e crea delle false aspettative.
Voglio evidenziare alcuni punti, ma tralascerò degli altri. L’importante è che si capisca laddove nascono le critiche e dove sia giusto portare dei chiarimenti, affinchè ciò che circoli non possa trarre in inganno i lettori.

La notizia viene divulgata con questa introduzione sensazionale.
Una notizia che ha dell’incredibile: la causa principale del cancro è stata ufficialmente scoperta decenni fa (1923) da uno scienziatopremio Nobel per la medicina, nel 1931.E da allora nulla è stato fatto in base a tale conseguimento, se non continuare a raccogliere in tutto il mondo soldi per la ricerca, attraverso associazioni come, ad esempio l’italiana, AIRC. Quando la causa primaria del cancro era già conosciuta. Pochissime persone in tutto il mondo lo sanno, perché questo fatto è nascosto dall’ industria farmaceutica e alimentare.
Cerchiamo di spiegare alcuni punti.
L’ipotesi di Warburg, così come teoria assoluta sulle cause che generano il cancro, perse di interesse perchè cedeva il posto alla “teoria di Knudson” che ipotizzava che la causa del cancro fosse da imputare all’accumulo di mutazioni del DNA cellulare, ipotesi che è attualmente quella tenuta in più considerazione dalla comunità scientifica. (1) Esistono diversi modelli sulla genesi del cancro, modelli che attualmente non si ritengono mutualmente esclusivi, questo mette appunto in evidenza che non esistono delle verità assolute, il discriminante risiede nel metodo scientifico su cui la medicina ufficiale deve basarsi.
Nel 1931, lo scienziato tedesco Otto Heinrich Warburg ha ricevuto il Premio Nobel per la scoperta sulla causa primaria del cancro. Proprio così. Ha trovato la causa primaria del cancro e ha vinto il Premio Nobel.
Otto Heinrich Warburg autore di fondamentali ricerche nel campo della fisiologia cellulare vinse nel 1931 il Premio Nobel per la medicina, per le sue scoperte sulla natura e sul meccanismo di azione del cosiddetto enzima giallo (di Warburg).
Valendosi di tecniche manometriche ha potuto chiarire taluni processi biochimici elementari della respirazione che avvengono all’interno della cellula. I suoi contributi, numerosi in vari campi della biochimica e della fisiologia, riguardano inoltre il metabolismo dei glucidi, l’identificazione delle deidrogenasiflaviniche (fermenti gialli) e piridiniche, i fenomeni energetici della fotosintesi, i rapporti tra enzimi e vitamine. (2)
Nella sua opera “Il metabolismo dei tumori”, Otto ha mostrato che tutte le forme di cancro sono caratterizzate da due condizioni fondamentali: acidosi del sangue (acido) e ipossia (mancanza di ossigeno).Ha scoperto che le cellule tumorali sono anaerobiche (non respirano ossigeno) e non possono sopravvivere in presenza di alti livelli di ossigeno. Le cellule tumorali possono sopravvivere soltanto con glucosio e in un ambiente privo di ossigeno.
Pertanto, il cancro non è altro che un meccanismo di difesa che hanno alcune cellule del corpo per sopravvivere in un ambiente acido e privo di ossigeno.
Di tutto quanto scritto riportato nell’articolo, chiariamo che la teoria di Warburg dimostra come lecellule tumorali siano molto facilitate rispetto alle cellule sane quando si trovano in un ambiente carente di ossigeno per la capacità di adattamento metabolico in anaerobiosi in cui possono sopravvivere e proliferare. Inoltre aggiunge anche:
IN SINTESI:Le cellule sane vivono in un ambiente ossigenato e alcalino che consente il normale funzionamento. Le cellule tumorali vivono in un ambiente acido e carente di ossigeno. IMPORTANTE:Una volta terminato il processo digestivo, gli alimenti, a secondo della qualità di proteine, carboidrati, grassi, vitamine e minerali, forniscono e generano una condizione di acidità o alcalinità nel corpo. In altre parole … tutto dipende unicamente da ciò che si mangia.
Uno stile di vita e una dieta carente di cibi acidificanti aiuterebbe l’organismo a difendersi dal male del secolo ma non è ancora del tutto chiaro quali siano i veri meccanismi scatenanti il tumore. Credo sarebbe inutile e fuorviante entrare nel merito delle ricerche sulla glicolisi, sulla respirazione cellulare, sulla trasformazione dell’ATP in ADP e sul ruolo dell’esochinasi e soprattutto sul ruolo dei telomeri la cui funzione è indispensabile per la morte programmata delle cellule normali. Le cellule cancerogene vanno incontro infatti a delle mutazioni genetiche che le rendono immortali e non più controllabili. (3) Un approfondimento in tal senso potrebbe al più interessare gli studiosi del settore, ma è doveroso mettere le cose in chiaro elencando oltre alla scelta dei cibi, anche numerosi altri fattori che favoriscono l’insorgenza del tumore come l’alcool, il fumo, l’esposizione ai raggi ultravioletti, la sedentarietà oltre a innumerevoli agenti fisici e chimici presenti in natura. La causa prima scatenante il cancro ancora non si conosce ma è stato oramai provato che sono le mutazioni genetiche ad intervenire nello sviluppo delle neoplasie.
E LA CHEMIOTERAPIA?La chemioterapia acidifica il corpo a tal punto, che ricorre alle riserve alcaline dell’organismo, per neutralizzare l’acidità, sacrificando basi minerali (calcio, magnesio e potassio) depositati nelle ossa, denti, articolazioni, unghie e capelli. Per questo motivo osserviamo tali alterazioni nelle persone che ricevono questo trattamento e, tra le altre cose, la caduta dei capelli. Per il corpo non vuol dire nulla stare senza capelli, ma un pH acido significherebbe la morte.
La chemioterapia è stata considerata già da un decennio una terapia vecchia, da superare, infatti sono oramai molti i laboratori di ricerca che studiano strategie alternative. Allo stato attuale  le cure sono molto ben mirate, e sono progredite rispetto anche solo a qualche anno fa. La ricerca di base fornisce oggi gli strumenti per la conoscenza ed un uso più consapevole dei chemioterapici.
“se riusciamo a capire quali sono i geni alla base del processo neoplastico e ad inibirne l`espressione possiamo migliorare notevolmente le condizioni degli ammalati. Il futuro è nel trattamento oncologico sulla base di alterazioni genetiche” dice Carlo Maria Croce.
Niente di tutto questo è descritto o raccontato perché, per tutte le indicazioni, l’industria del cancro (leggi: industria farmaceutica) e la chemioterapia sono alcune delle attività più remunerative che esistano..Si parla di un giro multi-milionario e i proprietari di queste industrie non vogliono che questo sia pubblicato. Tutto indica che l’industria farmaceutica e l’industria alimentare sono un’unica entità e che ci sia una cospirazione in cui si aiuta l’altro al profitto. Più le persone sono malate, più sale il profitto dell’industria farmaceutica. E per avere molte persone malate serve molto cibo spazzatura, tanto quanto ne produce l’industria alimentare. Quanti di noi hanno sentito la notizia di qualcuno che ha il cancro e qualcuno dire: “… Poteva capitare a chiunque …”
No, non poteva!
“Che il cibo sia la tua medicina, la medicina sia il tuo cibo”.(Ippocrate, il padre della medicina)
Gli interessi economici di grandi multinazionali possono sembrare essere la forza trainante della ricerca, ma detto in questi termini rimane solo una stupida illazione. Proprio oggi qualcuno ha postato questa notizia  in risposta ad un mio post scrivendomi:
“anche se poi la ricerca quando a Bigpharma o a Novartis, alla Bayer o La Roche e parenti non porta quattrini la dimenticano nei cassetti anche per 80 anni”.
La ricerca è al servizio dell’umanità intera, se sono altre le finalità, questo di certo non appartiene alla maggioranza dei ricercatori, laddove hanno la libertà di pensare, di studiare e di sperimentare.
Le notizie scientifiche non devono essere trattate dai giornalisti come dei GOSSIP, nè dai ricercatori stessi, nè dai lettori. Fin quando avremo questo tipo di divulgazione in Italia, saremo sempre costretti a difendere un lavoro che richiede concentrazionesacrificioonestà.
Lascio un invito a riflettere.
Paola Dama Ph D
Comprehensive Cancer Center OSU

Questo link fa riferimento ad ulteriori chiarimenti. http://cronachedal900.blogspot.it/2012/12/otto-warburg-cura-cancro.html
Referenze: 1) Wikipedia 2) sapere.it 3) Dino Licci, biologo

Al link di seguito il numero zero della rubrica:

“E’ Vero…?” Filo diretto con la ricerca su Roadtv Italia

“E’ Vero…?” Filo diretto con la ricerca
Filo diretto con la ricerca è una nuova rubrica di Roadtvitalia che permette di ridurre le distanze tra la scienza e la cultura comune.
Il 31 marzo 2013 nasce su facebook Guida alla divulgazione scientifica. La pagina nasce dall’ esigenza e dal dovere morale di guidare le persone verso la corretta conoscenza dell’informazione scientifica. Sembra che ci sia un confine invalicabile tra la scienza e la cultura generale e questo viene ulteriormente esasperato da notizie divulgate in maniera scorretta. Circolano infatti notizie in cui si urla agli scandali e alle censure, o raccontano di cure miracolose che non esistono.
Ricercatrice all'Ohio State University.
Ricercatrice all’Ohio State University.
Già da tempo cercavo di smentire e spiegare, attraverso dei post sulla mia bacheca personale di facebook, le notizie riguardanti delle scoperte scientifiche che potevano mortificare la speranza di quelle persone che non hanno delle specifiche conoscenze per poter comprendere l’inganno e la faziosità della notizia.
La pagina pertanto vuole essere da guida a chi, come tanti, è disarmato da una disinformazione che non fa altro che alimentare dubbi e fomentare gli animi di persone toccate da un dramma personale e/o familiare. E’consuetudine infatti divulgare notizie medico/scientifiche gridando allo scandalo e alla censura, come se la scienza ufficiale tenda a nascondere delle verità obbedendo ai criteri del business delle case farmaceutiche. L’onestà intellettuale ed il buon senso appartengono ad una società in progresso. Facebook è una società virtuale che ha effetti su quella reale, pertanto il suggerimento è quello di dare enfasi a notizie di cui si ha un minimo di competenza, o quantomeno di cui si è avuta la conferma della veridicità o a quelle notizie supportate da studi scientifici seri e rigorosi e non dettati dallo stato d’animo del momento. Non è questo il modo di dare dignità alla ricerca svolta in Italia e non è questo il modo di tutelare le persone malate. Ladivulgazione scientifica deve essere regolamentata e a parer mio, sarebbe meglio non affidarla completamente a persone che non hanno alcuna conoscenza in materia. L’approssimazione nella scienza è bandita. Le notizie divulgate in maniera errata portano sconforto ed un totale disorientamento e sfiducia nelle persone, che invece dovrebbero affidarsi ad un lavoro nobile ed onesto quale è la ricerca scientifica. Allo stesso modo gli stessi ricercatori devono tutelare la diffusione delle notizie rispondendo all’ etica professionale.
Forum aperto a tutti 
L’ intento di Roadtvitalia è quello di estendere lo spazio virtuale in cui vengono raccolti dubbi e/o segnalazioni di notizie scientifiche, da parte di chi non possiede le conoscenze adeguate per poter giudicarne la veridicità. Proverò a rispondere ai vostri legittimi “E’ vero?” in maniera chiara. Sarà un forum aperto a cui si darà spazio anche a colleghi ed a esperti in materia.
Ci auguriamo che questo sia il modo in cui si cercherà di eliminare le barriere tra la scienza e la cultura comune.
Vi aspetto numerosi ogni lunedì
Paola Dama Ph D
Comprehensive Cancer Center OSU
Una delle notizie che sono state segnalate su “Guida alla divulgazione scientifica”.
Questa foto ( senza il logo della pagina ) è stata divulgata in rete e così come si presenta, inganna i propri lettori. La forma usata per divulgare la notizia è inesatta e crea delle false aspettative.
Si parla di cura laddove la sperimentazione è ancora ferma alle fasi iniziali della ricerca.
Per chi è interessato può leggere l’articolo “L’etica della ricerca e della divulgazione” che spiega in dettaglio quanto le persone abbiano erroneamente creduto a questa notizia. Il link è il seguente:

http://www.roadtvitalia.it/e-vero-filo-diretto-con-la-ricerca/ 

Interview_ FonderiaUSA


Dr. Paola Dama is a researcher at the Comprehensive Cancer Center of Ohio State University. She holds a PhD in Molecular Oncology obtained at the University of Ferrara and one from Ohio State University.
You were born in Naples: how did your city influence your life?
Naples can be described with two words: Heaven and Hell. I have loved and will continue to love a city that sometimes makes you regret it. I am a powerless witness of the way our city is treated, and I feel betrayed by an ingrate population that is unable to take care of such a treasure because it does not understand its value.
To grow up in a place like Naples with its daily dose of pain and suffering, the kind that nurtures deep souls, means to develop an extra-ordinary personality. Naples gave me everything and, at the same time, took away everything because it formed my personality, my “napoletaneità”, but it did not award my merits. That is the Naples I identify with, the one populated by mortified people.
To be successful and competent is not always considered a merit. To be a sensitive and loyal person is not necessarily considered a virtue. Humility and kindness come with a price. You are forced to compromise, to go against your principles; it is a reality that overwhelms you.
One of my FaceBook pages is called “Io Napoletano perbene” (I, an honest Neapolitan) to give a voice to the majority of people that truly represent Naples and appreciate its beauty and treasures.
When did you realize that Science was your field?
I started studying science because I have an innate curiosity to learn and know new things. I was not very ambitious; I had other expectations, reason why I did not follow a straight path. Today I am in a place doing a job that was my secret dream when I was studying at the University of Naples. Somehow, I knew it would happen. I also have an eclectic personality; I was often distracted by other interests until I reached the right determination and the means to finish my studies so I could work in research. My mother often tells me that I used to say “I would be a researcher even if I have to work for free”, and for a long time I did.
One of your projects was very original: bringing scientific research in dance clubs.
A friend of mine who is an event planner gave me that chance. In 2009, after I created a fan page on FaceBook that in less than a month reached 2,000 fans, Starry Nights Events (Gaia Riccio e Giuseppe Argento) and Neapolitan designer Fabrizio Crispino organized an event at the Living Club in Varcaturo. I spoke to 1,000 young people that night, and many other nights in Neapolitan clubs. One time I was invited at the Festival Scienzearteambiente in Pordenone, and that same year, 2009, I received the award Premio Donne all’Opera (Ercolano). I had the opportunity to work in places that are usually full of disoriented young people, a key factor of my project, and they were interested. To prove that if you encourage people with the right approach, even if it is an unusual approach, you can reach important goals. Young people need to feel the joy of growing up, of bettering themselves, using their own ways to reach their goals, not necessarily the ones pushed upon them by society and the media.
What are the differences between working in research here and in Italy?
It is all about having the opportunity of doing your best; right now, in Italy, the lack of funding is making it impossible for bright minds and qualified researchers to do their job.
You research the worst of all killers, cancer.
The main requirement for a researcher is enthusiasm. You need to believe in what you do. Once, I was working at a project and I was told that the result of our present research was needed immediately because a woman who was dying of a rare endometrial cancer could try a new therapy based on it. She was waiting. Her loved ones were waiting. A researcher does not have a nine-to-five job, you do not go home and forget. A responsible researcher is the one that never forgets the project, not for ambition but for the project itself.
How do you deal with the psychological aspect, the expectations and pain of the patients and their loved ones?
Life is meaningful even when we are dying. Unfortunately, as many people I know, I have been touched by that pain more than once. There are situations that are hopeless, others where you can intervene immediately because there was an early diagnose. My mother was diagnosed with breast cancer and she had surgery five years ago. She never lost hope, her strength, her good disposition toward life. Today she is fine, her life is serene and, knowing I research cancer, she asks all sorts of questions, many questions. I would like to tell women that it is important to make an informed and personal decision on the treatment but that they also need honest doctors. Sometimes we are the victims of greedy, cynical people, other times we meet the right professionals and that was the case for my mother.
Are you working at any other project?
I opened a FaceBook page called Guida alla Divulgazione Scientifica (www.facebook.com/newscienza) to help honest researchers - who are demotivated by the distrust of the general public toward science – publish their work in the proper form, and for people to get closer to science. To fight the media that talks about research only when, to them, it is scandalous, deserving censorship or it is the miraculous cure we were all waiting for. Big titles, never the truth. My concern is to collaborate with the researchers who have been victims of this modus operandi both personally and professionally, and ended up with desperate cancer patients who believed the headlines begging them for help. The dissemination and promotion of scientific news must be regulated, and it cannot be written by people who know nothing about it. Guessing and approximating are not part of science.
We are organizing an event in Naples: the goal is to start a series of events that would be scientifically accurate and interesting for the general public. We are determined and hopeful; we will bring basic subjects and we will discuss them with the audience.
Interview by Nicola Di Fiore, June 24, 2013.

Intervista a Paola Dama, ricercatrice in Ohio su Roadtv Italia

Intervista a Paola Dama, ricercatrice a Columbus in Ohio
di Nicola Di Fiore
La Dottoressa Paola Dama, napoletana, nel 2009 insignita del premio “donne all’opera” e ricercatrice a Columbus in Ohio. Ha concluso il dottorato nel laboratorio del prof. Carlo Maria Croce  alComprehensive Cancer Center del Wexner Medical Center dove tuttora lavora come ricercatrice, attivista dell’Associazione Terra dei Fuochi, è stata intervista dal nostro inviato Nicola Di Fiore
 Paola Dama
Ph D. Paola Dama
1) Dottoressa Dama Lei è nata a Napoli: come ha influito questa citta’ su di lei?
Napoli si può descrivere in due parole: l’Inferno ed il Paradiso. Ho amato e continuo ad amare una città a cui talvolta non puoi esserle affezionata.
Assisto inerme al modo in cui la nostra città viene trattata, e mi sento tradita da un popolo ingrato, che non è capace di accudire un tesoro di cui non ne percepisce la ricchezza.
Crescere in un posto come il nostro, in cui il dolore e la sofferenza che si prova ogni giorno, esaltano le anime profonde, significa sviluppare una personalità che è fuori dal comune. Napoli mi ha dato tutto e tolto tutto allo stesso tempo, perché ha formato il mio modo di essere, il mio carattere, la mia napoletaneità, ma non mi ha premiato.  Ed è questa la Napoli in cui io mi riconosco, in quel popolo mortificato.
Essere bravi, capaci talvolta non è un merito, essere persone sensibili e leali, non è una dote. L’umiltà e la gentilezza non appartengono al nostro popolo gratuitamente, devono essere conquistati. Sei costretto a scendere a compromessi con il tuo modo di essere ed una realtà che seppure non ti appartiene, si impone prepotentemente.
Una delle pagine che ho creato su fb è Io Napoletano perbene, laddove si esalta la bellezza della nostra Napoli e raccoglie un popolo che ne è l’espressione, ma la cui voce è ancora troppo flebile.
2) Quando ha capito che la biologia sarebbe stata la sua carriera?
Mi sono avvicinata alla Scienza per quella che è la mia curiosità innata di conoscere e sapere. Non avevo grandi ambizioni, avevo altre aspettative dalla vita, per questo non ho seguito un percorso professionale lineare. Ho finito il dottorato appena due mesi fa.  Oggi mi trovo in un posto e a fare quello che da studentessa universitaria ventenne era il mio sogno nel cassetto, qualcosa che sapevo che doveva stare là.
Avendo poi anche una personalità eclettica mi sono distratta nel coltivare diversi interessi, fino ad aver avuto la possibilità  e quella determinazione nel completare gli studi e lavorare nel campo della ricerca. Mia madre mi ricorda sempre quello che le dicevo: “Farei questo lavoro anche gratis e per un lungo periodo l’ho fatto.
3) Lei ha avuto un’idea molto originale, portare la ricerca scientifica in discoteca…?
L’idea è nata da un’occasione che ebbi grazie ad un caro amico organizzatore di eventi. Nel 2009 dopo aver creato la pagina fan “Paola Dama” su FB in cui in poco più di un mese avevo raggiunto i 2000 iscritti, il 24 Aprile ebbi modo di presentarmi ad un pubblico di oltre 1000 ragazzi in una serata evento organizzata dalla Starry Nights events (Gaia Riccio e Giuseppe Argento) e dallo stilista partenopeo Fabrizio Crispino al Living Club di Varcaturo.
Sono seguiti altri interventi nelle discoteche Napoletane, fino ad arrivare ospite di una serata a Pordenone per il Festival annuale Scienzearteambiente nell’ottobre del 2009. In quello stesso anno sono stata insignita del Premio Donne all’Opera, Ercolano.
Nel marzo del 2010 uscì una mia intervista di Bruno De Stefano sul City con diffusione nazionale, da cui è seguito l’invito di Confindustria come relatore al Convegno Orientagiovani tenuto a Napoli nell’ottobre dello stesso anno in presenza della Marcegaglia, allora presidente, con il noto presentatore Michele Mirabella.
Aver avuto l’opportunità di scendere direttamente sul campo, raggiungendo luoghi normalmente frequentati da una gioventù disorientata, è stato un’ importante chiave di svolta della mia campagna. A riprova del fatto che smuovere le coscienze rompendo gli schemi può portare solo ad importanti conseguimenti. Tra i ragazzi deve diffondersi la voglia di crescere, di migliorarsi prendendo in considerazione i giusti punti di riferimento, e non quelli normalmente imposti dalla forza dell’attività mediatica.
4) Tra i suoi interessi c’e’ la campagna contro il randagismo, quali sono stati i risultati?
Nessuno, se non confinati ad un pubblico sensibile al problema.  Ho proposto petizioni, appoggiato campagne ed in radio ho avuto la possibilità di avere un piccolo spazio grazie a Christian nella rubrica freetime. Ho avuto modo di poter avvicinare un pubblico non di nicchia. Il problema del randagismo costituisce un’altra piaga della nostra società. Mi sono sempre lasciata coinvolgere in prima persona raccogliendo cani abbandonati e facendomi carico di tanto dispiacere.
E’ un problema serio, che non può essere affidato alla pietà delle persone. Chi si occupa lodevolmente di questo problema deve anche pretendere che i Comuni e/o le Regioni trovino delle soluzioni. Chi su Facebook si prodiga nella ricerca di affidamento di cani e gatti randagi, oltre che chiedendo un aiuto legittimo alle persone, deve intervenire denunciando chi non pone fine a quest’ennesima vergogna del nostro triste e ridicolo Paese!
Il lavoro può essere svolto sia in opere di sensibilizzazione, sia strutturali, bisogna far funzionare il sistema attuale che non difende gli animali, e non difende nemmeno gli animi sensibili che si occupano di questo problema perchè completamente abbandonati a loro stessi!
E’ notizia recente che il Comune di Napoli si stia impegnando a tutelare e garantire i diritti degli animali attraverso l’istituzione del Garante degli animali. L’incarico è stato affidato, a seguito di avviso pubblico e selezione, alla giornalista Stella Cervasio. Mi auguro davvero che si inizi a fare qualcosa in tempi rapidi.
5) Lavorare negli Stati e lavorare come ricercatore in Europa…differenze??
Le differenze risiedono nelle possibilità che si hanno per poter svolgere egregiamente e dignitosamente questo lavoro ed in questo momento sembra che in Italia la mancanza di fondi stia diventando assolutamente penalizzante per menti geniali e persone volenterose.
6) Lei svolge ricerca soprattutto sui grandi “killers” di questo secolo come tumore al colon e al seno o all’endometrio, come si rapporta con questa esperienza?
Il lavoro di ricercatore è un lavoro che si basa sull’entusiasmo, componente essenziale. Bisogna credere in quello che si fa, per questo non è tollerabile che dei meccanismi messi in moto dai media illudano le persone, perché la conseguenza negativa ricade sul nostro lavoro. Il motivo principale è la responsabilità di cui ci facciamo carico.
Ho collaborato ad un progetto in cui mi è stato detto: non appena abbiamo la conferma sperimentale, comunichiamo questo al Medical Center e partiamo con la terapia sperimentale per una donna con un raro cancro all’endometrio in fin di vita e che aspetta di sapere.
Il ricercatore non svolge un lavoro di ufficio, in cui torna a casa e dimentica, un ricercatore responsabile è colui che non smette mai di pensare al proprio incarico, e non lo fa solo per ambizione personale bensì per la causa in sé.
7) Cosa si sente di dire alle persone affette da tali mali e ai loro familiari
La vita ha senso anche quando è ad un passo dalla morte. Purtroppo, come tante persone che io conosco, il cancro mi ha toccato molto da vicino e non una volta sola. Ci sono casi in cui, non c’è molto da fare, altri in cui al contrario, la malattia è stata rapidamente diagnosticata e quindi si è avuto modo di poter intervenire in tempo. Mia madre è stata operata cinque anni fa ad un carcinoma mammario.
Non l’ha mai abbandonata la sua grande forza d’animo, il suo buon umore e la sua speranza. Oggi sta bene e vive serenamente, lavorando io stessa sul cancro al seno rispondo a tutte le sue curiosità e non sono poche. Quello che direi alle donne è di prendere sì autonomamente le decisioni che sembrano migliori, ma anche di potersi affidare a dei medici onesti. Il mondo purtroppo non è quello che vogliamo, siamo vittime della cattiveria, dell’egoismo, del cinismo, ma questo non è sempre vero. Mia madre ha incontrato dei validi professionisti.
8) Progetti in cui e’ attualmente coinvolta
Alla luce di un sentimento generale, in cui ricercatori onesti vengono demotivati da un atteggiamento di sfiducia delle persone, sono scesa in campo con una pagina su Facebook Guida alla Divulgazione Scientifica. Una pagina che cerca di diffondere le notizie nella loro forma migliore, contrapponendosi a quelle che circolano in cui si urla agli scandali e alle censure, o raccontano di cure miracolose che non esistono.
Mia premura è quella di avere innanzitutto l’appoggio da quei ricercatori coinvolti, che hanno quindi subito un danno alla loro serietà e si sono trovati di fronte a richieste di gente disperata. Non è questo il modo di dare dignità alla ricerca italiana e non è questo il modo di tutelare le persone malate. La divulgazione scientifica deve essere regolamentata e soprattutto non è possibile affidarla a persone che non hanno conoscenza della materia. L’approssimazione nella scienza è bandita-
9) E’ quindi in preparazione un evento a Napoli ce ne parla?
 Stiamo organizzando il primo evento a Napoli sulla corretta divulgazione scientifica che fa riferimento alla pagina che ho creato. L’ambizione sarebbe quello di iniziare un ciclo di incontri, in cui possiamo avvicinare un pubblico non di nicchia. Persone interessate, che però mancano degli elementi per poter giudicare la veridicità di una notizia. Siamo molto determinati e fiduciosi. Porteremo messaggi semplici e soprattutto ci confronteremo con le perplessità dei presenti.

Paola Dama, biologa della “corretta informazione”

paola_damaOHIO- Proseguono le interviste di LadyO a “donne eccezionali”. Questa volta, la redazione ha incontrato Paola Dama, napoletana, biologa, “cervello in fuga” all’università di Columbus, che si racconta nella sua esperienza all’estero come ricercatrice, tra difficoltà, disinformazione e tanta tenacia. Ogni giorno, incontra il “cancro” di faccia e lo combatte con la corretta divulgazione scientifica.
Paola non è solo tutta ricerca, tra i vari interessi, coltiva la scrittura ed il teatro, è stata protagonista nella sit-com di Tribbu su Rai 2 con Alessandro Siani e Serena Garitta. Ama lo sport e il nuoto. Dal 2004 al 2008 fa parte della squadra Master Alba Oriens. Porta a casa 4 medaglie, 2 Argento e 2 Bronzo. Impegnata come animalista contro il randagismo, da sempre si batte per i diritti e la dignità delle donne e non solo.
Chi è Paola Dama e cosa fa?
Paola: “Fino a qualche hanno fa ero tutto e niente. Sono una persona eclettica ed ho sempre coltivato le mie passioni ed i miei hobby. Oggi invece sono una ricercatrice, lavoro all’Ohio State University a Columbus. Il mio percorso formativo è iniziato al Tigem, uno degli Istituti Telethon, nel gruppo del professore Andrea Ballabio. Ho terminato il dottorato il 21 marzo di quest’anno, in Farmacologia ed Oncologia Molecolare lavorando nel laboratorio del professore Carlo Maria Croce, candidato Premio Nobel. Sono ancora giovane professionalmente, nei prossimi mesi avrò modo di raccogliere il frutto del mio lavoro con la pubblicazione su giornali scientifici dei progetti a cui ho collaborato e ho lavorato come primo autore in questi anni”.
Quanto è difficile per una donna lavorare nel campo scientifico?
Paola: “Quanto per un uomo”.
Cancro al colon, al seno, endometrio: ogni giorno il tuo lavoro ti porta a confrontarti con queste malattie, come vivi questa esperienza?
Paola: “Il lavoro di ricercatore è un lavoro che si basa sull’entusiasmo, componente essenziale. Bisogna credere in quello che si fa, per questo non è tollerabile che dei meccanismi messi in moto dai media illudano le persone, perché la conseguenza negativa ricade sul nostro lavoro. Il motivo principale è la responsabilità di cui ci facciamo carico. Ho collaborato ad un progetto in cui mi è stato detto: non appena abbiamo la conferma sperimentale, comunichiamo questo al Medical Center e partiamo con la terapia sperimentale per una donna con un raro cancro all’endometrio in fin di vita e che aspetta di sapere. Il ricercatore non svolge un lavoro di ufficio, in cui torna a casa e dimentica, un ricercatore responsabile è colui che non smette mai di pensare al proprio incarico, e non lo fa solo per ambizione personale bensì per la causa in sé”.
Cosa vuoi dire alle donne che ne sono affette?
Paola: “La vita ha senso anche quando è ad un passo dalla morte. Purtroppo, come tante persone che io conosco, il cancro mi ha toccato molto da vicino e non una volta sola. Ci sono casi in cui, non c’è molto da fare, altri in cui al contrario, la malattia è stata rapidamente diagnosticata e quindi si è avuto modo di poter intervenire in tempo. Mia madre è stata operata cinque anni fa ad un carcinoma mammario. Non l’ha mai abbandonata la sua grande forza d’animo, il suo buon umore e la sua speranza. Oggi sta bene e vive serenamente, lavorando io stessa sul cancro al seno rispondo a tutte le sue curiosità e non sono poche. Quello che direi alle donne è di prendere sì autonomamente le decisioni che sembrano migliori, ma anche di potersi affidare a dei medici onesti. Il mondo purtroppo non è quello che vogliamo, siamo vittime della cattiveria, dell’egoismo, del cinismo, ma questo non è sempre vero. Mia madre ha incontrato dei validi professionisti”.Paola_Dama
Progetti in fieri?
Paola: “Alla luce di un sentimento generale, in cui ricercatori onesti vengono demotivati da un atteggiamento di sfiducia delle persone, sono scesa in campo con una pagina su FacebookGuida alla Divulgazione Scientifica.www.facebook.com/newscienza. Una pagina che cerca di diffondere le notizie nella loro forma migliore, contrapponendosi a quelle che circolano in cui si urla agli scandali e alle censure, o raccontano di cure miracolose che non esistono. Mia premura è quella di avere innanzitutto l’appoggio da quei ricercatori coinvolti, che hanno quindi subito un danno alla loro serietà e si sono trovati di fronte a richieste di gente disperata. Non è questo il modo di dare dignità alla ricerca italiana e non è questo il modo di tutelare le persone malate. La divulgazione scientifica deve essere regolamentata e soprattutto non è possibile affidarla a persone che non hanno conoscenza della materia. L’approssimazione nella scienza è bandita- ed aggiunge- L’ambizione è iniziare un ciclo di incontri, in cui possiamo avvicinare un pubblico non di nicchia. Persone interessate, che però mancano degli elementi per poter giudicare la veridicità di una notizia. Stiamo organizzando il primo evento a Napoli sulla corretta divulgazione scientifica. Siamo molto determinati e fiduciosi. Porteremo messaggi semplici e soprattutto ci confronteremo con le perplessità dei presenti”.
napoli&scienzaLa corretta informazione scientifica, perchè?
Paola: “C’è molta confusione ultimamente. Il lavoro del ricercatore è un lavoro nobile e deve essere tutelato dagli stessi membri del settore, senza cedere ai falsi entusiasmi, e da coloro che divulgano le notizie, per non mortificare le speranze delle persone che sono emotivamente deboli. Questo ovviamente nel caso di ricerche biomediche. Notizie date nella forma errata possono mortificare la speranza delle persone che non hanno delle specifiche conoscenze per poter comprendere l’inganno e la faziosità della notizia, portano sconforto ed un totale disorientamento e sfiducia. Ribadisco che non è tollerabile diffondere notizie date superficialmente, ed io mi rivolgo soprattutto alle notizie riguardanti cure miracolose e terapie menzognere. Riguardo alla scienza in generale, non esistono verità assolute, ma relative. Gli Italiani hanno sfiducia verso la ricerca e una smentita viene visto come un fallimento. Il confronto lo faccio con gli americani che ci considerano degli eroi. Questo a parer mio, è stato generato proprio da una cattivissima informazione, in cui le notizie non si riferiscono a quello a cui risponde la Comunità scientifica e cioè il Metodo Scientifico. La pagina pertanto vuole essere da guida a chi, come tanti, è disarmato da una disinformazione che non fa altro che alimentare dubbi e fomentare gli animi di persone toccate da un dramma personale e/o familiare. La mission è ambiziosa. E’ un forum aperto a tutti, sto invitando colleghi ed esperti a prenderne parte, al fine di tutelare la ricerca, i ricercatori, e soprattutto coloro che chiedono solo di sapere le cose come stanno nella realtà”.Il prossimo 8 giugno 2013 a Napoli si terrà l’evento “Scienza & Napoli”-guida alla divulgazione scientifica sull’onda di una mobilitazione nazionale in difesa della corretta informazione scientifica organizzata da Pro-Test, l’evento analogo è a supporto della iniziativa della pagina e della sua mission.Tutte le informazioni sulle attività di Paola sono reperibili sul suo Blog http://paoladama.blogspot.com
* RETTIFICA DEL 20/05/2013
L’evento dell’8 giugno 2013 è di portata Nazionale, organizzato da studenti e ricercatori che, coadiuvati da Pro-Test Italia, hanno creato dal nulla una giornata di divulgazione scientifica in tutta Italia. Pro-Test Italia rappresenta ricercatori, o scienziati, veterinari, divulgatori scientifici e tutti coloro che hanno interesse nella scienza l’importanza degli animali nella ricerca bio-medica e vogliono battersi affinché sia fatta una migliore informazione pubblica riguardante. (www.pro-test.it)